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La leucodistrofia metacromatica o deficit di Arilsulfatasi o malattia di Scholz è un rara malattia neurologica progressiva appartenente al più ampio gruppo delle leucodistrofie di natura genetica caratterizzato da deterioramento delle funzioni motorie ed intellettive.

EPIDEMIOLOGIA

È una malattia rara, con una certa possibilità di essere sottodiagnosticata, la cui prevalenza media stimata è di circa 1/600.000

Trattandosi di malattia a trasmissione autosomica recessiva, quindi non legata ai cromosomi sessuali, non c’è differenza di sesso.

EZIOLOGIA E PATOGENESI.

La malattia è provocata dall’accumulo di sostanze chiamate “sulfatidi” all’interno di varie cellule, in maggior misura all’interno delle cellule che costituiscono la guaina mielinica che circonda gli assoni celle cellule nervose, sia dell’encefalo che appartenenti al sistema nervoso periferico. Si ha quindi demielinizzazione edeggenerazione neuronale con riduzione marcata della conduzione dell’impulso nervoso e quindi di plurimi deficit neurologici.

É causata da una mutazione nel gene 22q13.31; il deficit della funzione del gene provoca una notevole riduzione dell’attività e della quantità dell’enzima arilsolfatasi A, un enzima necessario allal’idrolisi dei glicosfingolipidi solfati, che a sua volta provoca il citato accumulo di sulfatidi.

Ne esiste una forma provocata dal deficit di una proteina attivatrice degli sfingolipidi (SAP1) che assume una funzione essenziale nella formazione dei complessi substrato-enzima.

ANATOMIA PATOLOGICA

Al tavolo anatomico l’encefalo mostra quadri di diffusa sclerosi con sostanza bianca dei centri semiovali ridotta di ampiezza che, al taglio, ha un aspetto bianco-perlaceo o grigiastro.

Istologicamente si osserva demielinizzazione a livello dei centri semiovali con materiale mielinico in disfacimento; questo materiale e le guaine mieliniche ancora non degenerate presentano la tipica metacromatopsia bruna alla colorazione di Hirsch-Peiffer.

La lesione mielinica interessa però anche tutto il SNC e i nervi periferici.

Un eccesso di solfatidi è però riscontrabile anche in altri tessuti, reni e fegato in particolare; l’escrezione biliare dei solfatidi è stata messa in relazione con forme di fibrosi e discinesia delle colecisti.

SINTOMATOLOGIA E FORME CLINICHE

Si riconoscono 3 diverse forme:

  • forma infantile tardiva
  • forma giovanile
  • forma dell’adulto
  1. la forma tardo infantile si manifesta prima del 2° anno di età e si caratterizza per un mancato sviluppo o una regressione delle capacità motorie; contestualmente si manifesta decadimento cognitivo; l’evoluzione è particolarmente sfavorevole, con tetraplegia e decesso in epoca infantile. È assente è marcatamente ridotta l’attività dell’enzima aril-sulfatasi A
  2. La forma giovanilesi manifesta dopo i 4 anni di età con arresto dello sviluppo psichico, quindi segue regressione motoria, atassia e crisi epilettiche; la velocità del decorso è minore rispetto alla forma tardo-infantile, ma il quadro clinico finale è praticamente uguale e, per lo più, conduce a morte precoce. L’enzima Aril-sulfatasi A è notevolmente ridotto, ma in misura meno accentuata che nella forma infantile.
  3. La forma dell’adulto si manifesta dopo i 12-15 anni, raramente dopo i 40 anni; è caratterizzata da una sintomatologia sia neuro-psichiatrica che motoria; può manifestarsi inizialmente anche in forma di epilessia. Il decorso è lento; questa è la forma che più frequentemente è di difficile diagnosi. L’enzima Aril-sulfatasi A è ridotto, ma comunque presente.

Tutte le forme sono caratterizzate da solfatiduria, tanto più marcata quanto maggiore è il deficit enzimatico, più intensa nelle forme tardo-infantili e via via, a scalare, nelle forme giovanili e in quelle dell’adulto

In tutte le forme descritte può essere presente atrofia del nervo ottico e conseguentemente cecità.

DIAGNOSI

La diagnosi viene fatta sulla scorta del quadro clinico, sulla scorta della riduzione dell’attività della Aril-sulfatasi A su colture di leucociti e di cellule fibroblastiche curtanee, sulla scorta della velocità di conduzione nervosa.

Con esami di RM è possibile evidenziare le alterazioni della sostanza bianca cerebrale.

Con esame bioptico di fibre nervose periferiche è possibile evidenziare l’alterazione strutturale della guaina mielinica e le tipiche “inclusioni metacromatiche” cellulari; granuli “metacromatici” possono essere evidenziati anche nelle urine

Il test del DNA permette di evidenziare l’alterazione genetica.

Come detto, è una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva; quindi il soggetto malato ha ricevuto i geni alterati da entrambi i genitori, che pertanto possono essere considerati portatori sani.

La loro prole ha il 25% di probabilità di essere affetta dalla malattia, il 25% di essere totalmente sana e il 50% di essere portatore sana.

Pertanto la consulenza genetica è indispensabile per le famiglie con pazienti affetti.

E’ possibile la diagnosi prenatale con esame del DNA tramite amniocentesi o villocentesi.

TERAPIA

Attualmente non esiste una terapia specifica per la Leucodistrofia Metacromatica; la terapia è sintomatica e di supporto.

STUDI IN CORSO

In questo momento sono in corso studi con utilizzo di cellule staminali.

In particolare ho notizia di una sperimentazione con utilizzo di cellule staminali autologhe, quindi raccolte dallo stesso soggetto malato, trattate con vettori virali per la correzione della tara genetica; tale sperimentazione, tutta italiana, viene effettuata tramite una collaborazione tra l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano e la Fondazione Thelethon.

Link alla notizia: http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=48873 (N.B. link non più attivo)

Ricordo anche in questa occasione che si è in una fase assolutamente sperimentale, in assenza di risultati certi sulla sicurezza e tantomeno sull’efficacia del trattamento con cellule staminali.

SCONSIGLIO VIAGGI PRESSO CLINICHE EXTRAEUROPEE CHE PROMETTONO MIRACOLISTICI RISULTATI CON L’IMPIANTO DI CELLULE STAMINALI, PREVIO PAGAMENTO DI SALATI CONTI DI DEGENZA E TRATTAMENTO. ATTUALMENTE LA TERAPIA CON CELLULE STAMINALI PROMETTE TANTO, MA ANCORA SI E’ LONTANISSIMI DA UNA APPLICAZIONE CLINICA SICURA ED EFFICACE.

 

Fonti:

http://www.telethon.it/ricerca-progetti/malattie-trattate/leucodistrofia-metacromatica

http://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Expert=512&lng=IT

http://www.medicinalive.com/malattia/leucodistrofia-metacromatica/

http://malattierare.regione.veneto.it/cerca_it/dettaglio.php?lang=ita&id=975

http://it.wikipedia.org/wiki/Leucodistrofia_metacromatica

 

Questo link conduce ad una pagina di ricerca su medline con gli abstract e gli studi condotti sulla malattia negli ultimi anni:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=leukodystrophy%20metachromatic

 

Quest’altro conduce ad una pagina di ricerca, sempre sul medline, che mostra i trials degli ultimi anni; per la verità purtroppo non vedo nulla di significativo:

http://clinicaltrials.gov/ct2/results?term=leucodystrophy+metachromatic

Dott. Salvatore Nicolosi
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